TOKYO SISTER: reportage sulla donna giapponese di oggi


O barra O edizioni ha pubblicato a fine 2011 “Tokyo Sisters. Reportage dall’universo femminile giapponese” di Julie Rovéro-Carrez, Raphaëlle Choël, un libro che contiene domande e risposte e tanti paradossi. Come vive la donna giapponese di oggi? Cosa sogna? A cosa è legata? Questo reportage dal mondo femminile edochiano è veramente kawaii (carino), da assaporare immaginando i gusti orientali di una tradizione antichissima e la modernità che corre rapida tra i manga, raduni di cosplay, ciliegi in fiore e grattacieli iperaffollati dove si va a caccia dell’ultimo costosissimo trend.
Grande, alta, chiassosa, gremita, inchini, sushi, karaoke, robot, kimono, geishe. Tutti uguali, tutti insieme. I giovani sono pazzi, gli uomini sembrano formiche, le donne sono ingenue e sottomesse... Questi alcuni dei luoghi comuni su Tokyo..
Ma, come dicono le autrici di questa full immersion nella realtà di Tokyo, basta stare qualche tempo in più in questo reame a parte per comprendere quanto siano fuori luogo i cliché. Sforzarsi di capire il diverso non è sempre facile, ma seguire passo passo le storie di queste donne d’ogni età e strato sociale è senz’altro affascinante, e non può non lasciare la voglia di sapere di più, capire cosa c’è dietro al kimono di seta scura e all’ultimo gadget d’alta tecnologia.
Chi si nasconde sotto un trucco color porcellana mentre depreda il grande magazzino più alla moda della città, sperperando yen per un dettaglio che renda socialmente accettabili? Le edochiane sono formichine: precise, puntuali, rispettose, determinate, maniache della perfezione. Sono creature di una bellezza quasi evanescente e sono anche pedine di un domino che funziona soltanto con un’organizzazione spietata. Spose, madri o lavoratrici, fino ad ora hanno dovuto scegliere. Se ognuno, nella società giapponese, ha un ruolo, è necessario calarvisi coscienziosamente e attenervisi con scrupolo. E poi, se proprio la vita si fa dura e i ritmi diventano troppo frenetici, basta tacere e contemplare, meditare, e per un attimo si è Buddha. Dopo ci si copre di colori sgargianti o si indossano parrucche appariscenti, facendo il segno V di vittoria di fronte a milioni di macchine fotografiche che immortalano l’incontro tra l’antica obbedienza e la voglia tutta contemporanea di emanciparsi, con eleganza.
Riservate e curiose, pudiche, anime da bambine: leggendo le pagine di questo reportage si arriva ad amarle proprio perché sono lontane da noi anni luce, e non solo in termini di distanza geografica. Assolutamente consigliato

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