A Tokyo arriva lo stadio-astronave


Costerà un miliardo di euro e sarà la più grande delle opere per i Giochi: gli sponsor finanzieranno il villaggio per gli atleti

Ottantamila posti a sedere, 290 mila metri quadrati, un tetto scorrevole e una forma da nave spaziale. Per il costo di un miliardo di euro. Sono i numeri dello stadio dove Tokyo celebrerà i Giochi olimpici estivi del 2020. Sorgerà al posto di quello dei Giochi 1964. Ma un gruppo di archistar giapponesi si è mobilitato contro il progetto firmato dalla loro collega britannica (di origine irachena) Zaha Hadid, l’autrice del Maxxi di Roma e del Centro acquatico di Londra 2012.

Niente di personale con Zaha Hadid, assicura Fumihiko Maki, 85 anni, decano dei geni dell’architettura giapponese e premio Pritzker 1993 (una sorta di Nobel del settore). «Paragonando volume, altezza e superficie lorda di altri stadi olimpici, quello di Tokyo è enorme: i 75 metri massimi di altezza distruggeranno ambiente e assetto urbanistico», ha detto Maki, citato dall’agenzia Ansa . Con Fumihiko Maki si sono schierati altri grandi, da Sou Fujimoto, a Toyo Ito, Kengo Kuma e Taro Igarashi.

Ancora l’anno scorso i sondaggi dicevano che meno della metà degli abitanti di Tokyo voleva che il circo dei Giochi tornasse nella loro città dopo il trionfo del 1964. Negli ultimi mesi, però, l’indifferenza si è trasformata in entusiasmo: in primavera i sì erano diventati il 70% e a settembre, quando il Comitato olimpico ha deciso, il 90%. Secondo i sondaggisti il merito è soprattutto del consenso per l’Abenomics, la politica di stimolo e sostegno all’industria lanciata dal premier Shinzo Abe che sta facendo correre la crescita del Prodotto interno lordo giapponese a un ritmo del 4%, dopo quindici anni di stagnazione.

Commenti