茶の湯 O CHA NO YU - la cerimonia del the






Entriamo in un giardino apparentemente normale e un addetto ci indica di prendere dell'acqua tramite un mestolo di bamboo dalla bellissima fontanella in sasso e di purificarci prima di accedere. Camminiamo per il sentiero spostandoci a destra e a sinistra seguendo i sassi sul sentiero disposti in modo che ad ogni angolo è possibile ammirare un fiore o una pianta regolarmente curata come solo i giapponesi sanno fare. Man mano che proseguiamo i rumori della strada si fanno sempre più lontani fino ad arrivare ad una casetta chiamatachashitsu 茶室; la stanza del the. Dopo aver tolto le scarpe indossiamo i geta di legno e ci sediamo nell'ingresso denominato "nijiriguchi" 躙口.

Si respira un'atmosfera strana. Il tempo sembra bloccato e noi anch'essi siamo come intrappolati in quest'aurea di calma e silenzio.

Da una piccola porticina tanto bassa da doversi accovacciare entriamo nella stanza. La piccola porta simboleggia che qui siamo tutti uguali, senza distinzione di rango e tutti, per accedere, dobbiamo attraversarla in segno di rispetto. Il vapore dell'acqua calda esce dalla teiera appoggiata su un bracere in carbone il quale profumo si mescola con quello del sandalo dell'incenso proveniente dal koro allocato nel Tokonoma 床の間. In questo angolo è presente anche un dipinto kakejiku con delle bellissime carpe koi, soggetto estivo simbolo di vitalità.

Si apre una porta shoji in fondo alla stanza e inginocchiata appare la maestra con un bellissimo kimono azzurro. Inizia una serie di rituali e movenze particolari che ne evidenziano la grazia e la cura studiata del portamento. Ogni oggetto è valutato, maneggiato con cura e visionato in tutte le sue parti. Tramite un cucchiainochashaku il the verde matcha viene adagiato con delicatezza nella ciotolachawan. Dal contenitore Mizusashi un mestolo in bamboo Hishaku preleva dell'acqua che viene versata nel bollitore e poi nella tazza dove il the viene sbattuto con elegante energia tramite il frullino chasen in bamboo intagliato a mano. Non si tratta di un modo di servire il the, ma di una vera e propria arte. Tutti i pensieri nella testa scompaiono, siamo completamente rapiti dal cerimoniale fino a quando la maestra ci passa la tazza appoggiandola sul tatami. Delicato, leggermente amarognolo, ancora gira in tondo per via del movimento creato dal frullino. Accompagnato con un dolcettowagashi a forma di fiore, tanto dolce da mitigare l'amaro del the. La tazza è meravigliosa, materica sul fondo con dei fiori imperiali kiku decorati a mano. La maestra si ritira e veniamo accompagnati in giardino per poi rientrare. Ci viene servito un piccolo pranzo adagiato su una scatola laccataObento e ad ognuno viene consegnato un ripiano. In questa fase è possibile scambiare due chiacchere e confrontare i commenti sul cibo e sulla cerimonia. Dopo il pranzo proseguiamo per il giardino ammirando un angolo nasconto con un laghetto di cui era impossibile accorgersene prima. Le carpe nello stagno sono enormi e boccheggiano sul bordo quasi a reclamare anche loro un pò del cibo che abbiamo ricevuto.
Si rientra nella stanza del the dove ci viene proposto un altro rituale ancora più maestoso ma stavolta il the risulta meno forte e meno amaro e la tazza chawan è stata sostituita con una leggermente più grande ma di eguale bellezza. Sono trascorse quasi sei ore e non vorresti andar via. Un'esperienza spirituale di grande impatto che resterà per sempre nelle nostre menti.

Questa è stata la nostra prima autentica esperienza di Cerimonia del the. Anche se ovviamente in Giappone è molto più facile assistere alla versione più corta, un pò turistica, il cerimoniale lascia sempre stupito ogni ospite.

Abbiamo voluto dedicare il mese di novembre alla Cerimonia del the. Il Cha no yu (茶の湯), che letteralmente significa acqua calda per il the, è un rito sociale e spirituale praticato in Giappone e conosciuto in Occidente, infatti, come "Cerimonia del the". Si è già detto tanto sull'argomento e spesso si spaccia per cerimonia anche il semplice bere una tazza di the verde sbattuto, ma in realtà c'e' tutto un rituale che può durare anche una giornata intera. Questo rito, conosciuto anche come Chadō o Sadō, (茶道), "la via del the", risale al consumo che ne facevano i monaci che, viste le sue proprietà eccitanti, veniva spesso usato durante le lunghe ore di meditazione per aumentare la concentrazione e combattere la sonnolenza. La cerimonia che conosciamo oggi si è sviluppata interamente in Giappone ha un'origine antica, che risale al XVI secolo quando il monaco Sen No Rikyu ne "codificò" i canoni, sulla base di uno stile chiamatoWabi-cha. Nella visione giapponese il fine del rito non è il preparare e bere il the, ma questi ultimi sono solo un mezzo per raggiungere un'armonia con la natura e una pace interiore che favorisca la meditazione, come da tradizione zen.
Regole caratterizzate dalla semplicità e dalla sobrieta che a seconda delle stagioni cambia la posizione del kama (il bollitore). In autunno ed inverno è posto nel (爐, ro) la fornace, una buca di forma quadrata ricavata in uno dei tatami (畳) che formano il pavimento. In primavera ed estate si usa il (furo, 風爐), un braciere appoggiato direttamente sul tatami. Nel tipo di cerimonia più lunga e complessa, chiamata (茶事, chaji), viene servito un pasto in stile kaiseki (懐石), un the denso chiamato (濃茶, koicha) e per completare un altro the più leggero chiamato (薄茶, usucha). Si utilizza sempre il the matcha (抹茶), un the verde polverizzato che viene mescolato all'acqua calda con il (茶筅, chasen) , l'apposito frullino di bambù. Il the non è ottenuto per infusione, ma per sospensione, la polvere sciolta viene consumata insieme all'acqua.



Senza pretendere che ognuno di voi diventi un maestro della cerimonia, questo mese troverete suggeriti alcuni degli strumenti necessari per realizzare un the matcha, e perchè no cimentarvi un pò nell'arte del rituale...



Non vi resta che sedervi in un luogo tranquillo, accendere un incenso, prepararvi il vostro the e meditare....




Commenti